A cura di: Massimo Argo
Quinto album in studio per i tedeschi [re:jazz] in dieci anni di
onorata carriera. La band di Francoforte capitanata dal dj e pianista
jazz Matthias Vogt esce dal solito canone di riproposizione in chiave
jazz di brani conosciuti, per passare a proporre invece validissimi
brani inediti.
Il jazz dei [re:jazz] è una carezza che ti sfiora, il caldo
bacio di un'amante da accarezzare, il soffice tocco del cuscino nei
tuoi giorni peggiori, un sicuro porto pieno di melodia e dolci
sensazioni. Anche la produzione cambia, poiché è stata affidata ad Axel
Reinemer, dei Jazzanova, altro gruppo molto importante del panorama jazz
moderno. Reinemer ha registrato il disco esclusivamente con strumenti
analogici, per dare più profondità e potenza al suono, ed effettivamente
l'album se ne giova molto; giustamente si intitola “ Kaleidoscope “,
poiché racchiude al suo interno una miriade di colori e gusti diversi, a
partire dalla splendida voce di Mediha, la nuova cantante del gruppo,
dopo la partenza di Inga Luhning nell'anno passato. Mediha ha una voce
incredibilmente vellutata e al contempo potente, davvero ottima per i
[re:jazz]. Si spazia in diversi territori, come nell'acid jazz dei
primi anni novanta di “Don't push your luck” con N'Dea Davenport, voce
dei Brand New Heavies, che ci riporta a quell'epoca di intensi
cambiamenti, con una traccia di gran classe. Ci sono molti altri ospiti
nel disco, come il trombettista Studnitzky, che suona in tre tracce. Ma a
mio avviso il pezzo migliore del già bellissimo album è “ Tears “, una
cover di Frankie Knucles e della divina voce di Robert Owens. Qui Vogt
tira fuori la sua anima house, dato che lui è anche un produttore di
tracce house per l'etichetta newyorchese Saw Recordings di Stoshi
Tomiie, il produttore di “Tears”: originale, a volte il mondo è piccolo.
Le altre splendide cover sono “Miss you” di Trentmoller e
“Lambic 9 poetry” di Squarepusher. “Kaleidoscope” è splendido, un inno
al jazz, alla sua modernità prorompente e alla sua soffice bellezza
senza eguali. Personalmente ritengo che i [re:jazz] con questo album
abbiano fatto un notevole passo in avanti, affrancandosi totalmente dal
ruolo di cover band, per render chiaro a tutti che sono uno dei migliori
gruppi jazz del mondo, e con questo disco lo capirete, risentendolo
moltissime volte.
[fonte: http://www.iyezine.com]
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